Ventotene & Santo Stefano
Pontine orientali ricche di storia e ridossi tranquilli
Il gruppo orientale delle Pontine è molto diverso da Ponza e Palmarola e include la piccola Ventotene (meno di 2 km²) e l’isolotto di Santo Stefano. La metà sud di Ventotene è il fianco sud-est di un cratere vulcanico, con strati di rocce più tenere sopra. Morfologicamente è un piano in lieve pendenza da sud-ovest verso nord-est, in gran parte coltivato a vigne, lenticchie e ortaggi.
Poche isole concentrano così tanta storia antica e moderna in così poco spazio. La leggenda identifica Ventotene con l’isola delle sirene dell’Odissea. Augusto vi costruì una villa imperiale con terme e teatro—ancora visibili—dove esiliò la figlia Giulia per la sua “condotta licenziosa”. L’isola ospitò poi altre patrizie e mogli ripudiate, tra cui Agrippina (moglie di Tiberio) e Ottavia (moglie di Nerone). Molti cristiani si auto-esiliarono a Ventotene per sfuggire alle persecuzioni. Poiché era più difficile da raggiungere di Ponza e priva di difese naturali contro i pirati, rimase disabitata fino al XVIII secolo, quando i Borbone di Napoli vi confinarono 30 prostitute e 30 delinquenti, credendo che la natura “ristaurasse la moralità”. Il prevedibile esito non fermò la colonizzazione: 20 famiglie di Torre Annunziata e altri paesi della Costiera Amalfitana furono incentivate a insediarsi con generose agevolazioni. Ancora oggi Ventotene, pur essendo Lazio, parla dialetto napoletano. Nel XX secolo ospitò confinati politici e prigionieri inviati dal regime fascista dagli anni ’20 in poi.
Porti e ancoraggi
Pur senza la tavolozza di Ponza e Palmarola, l’isola regala un fascino magnetico, senso di appartenenza e calma interiore. Ventotene ha due approdi: il Porto Romano, scavato interamente nel tufo con rampe, magazzini, bitte e peschiere—ancora usato da barche fino a 15 m; e il Porto Nuovo, prolungamento artificiale di Cala Rossano recentemente ampliato. L’isola e Santo Stefano sono riserva marina protetta.
Uscendo da Porto Nuovo si ronda Punta Eolo a nord. Sopra ci sono i resti della villa imperiale; sotto, i bassi fondali impongono di passare larghi, oltre le Sconciglie—paradiso diving con o senza bombole. Segue Cala Parata Grande, ridossata da levante e scirocco; conviene usare una grippia quasi ovunque perché grossi massi possono bloccare ancora e catena. Proseguendo in senso antiorario si incontrano calette verdi ridossate dai venti di levante fino all’imponente Punta dell’Arco. Girato il capo, ci si trova sul lato est, protetto dal maestrale. Quasi ogni zona è buona per ancorare con la solita attenzione. Più a nord-est c’è Cala Nave con la spiaggia attrezzata e due isolotti raggiungibili a nuoto—perfetti per tuffi. Subito oltre il Porto Romano, impresa d’ingegneria e ridossato da tutti i venti.
Diving e panopticon
I fondali di Ventotene sono eccellenti per immersioni: vari diving operano dal Porto Romano, e nuotare tra banchi di barracuda o incontrare grandi cernie è routine.
L’isolotto di Santo Stefano è poco più di mezzo miglio dal Porto Romano e non offre ridosso. Ospita il Carcere Borbonico (patrimonio UNESCO) in restauro. Progettato da Kaspar Van Wittel (Vanvitelli) nel ’700, mentre costruiva la Reggia di Caserta, e realizzato dai suoi allievi, la sua forma a ferro di cavallo è il primo panopticon, con un guardiano al centro che vede in ogni cella—un destino duro per i detenuti. Qui due confinati politici, Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi, scrissero di nascosto (1940–41) il Manifesto di Ventotene, il documento di riforma sociale che per primo lanciò l’idea di un’Europa unita, realizzata circa 70 anni dopo. Il palazzo principale del Parlamento Europeo a Bruxelles è intitolato a Altiero Spinelli.
Pianifica la tua settimana di addestramento
- Stagione: Da primavera a inizio autunno con meteo stabile; il Maestrale porta aria fresca e cieli limpidi.
- Avvicinamento: Rispetta le zone di riserva; controlli frequenti della guardia marina, specie vicino a Santo Stefano.
- Ormeggi: Porto Romano per barche piccole (fino a ~15 m) e Porto Nuovo per unità più grandi.